Esiste una recente teoria che sostiene che il cervello abbia la capacità di riorganizzarsi, di fronte ad un deterioramento cerebrale, creando nuovi circuiti neuronali.

Questa teoria, la “Scaffolding Theory of Aging and Cognition” utilizza proprio la metafora dell’impalcatura per mettere in evidenza il fatto che il cervello ha la capacità di riorganizzarsi.

In presenza di particolari condizioni, come ad esempio nuovi apprendimenti o training di potenziamento cognitivo, si costruiscono delle “impalcature” per far fronte ai cambiamenti legati all’età e
per sviluppare nuove strutture cerebrali (come la creazione di nuovi circuiti).

E’ stato osservato, attraverso tecniche di neuro imaging che, nelle persone affette ad esempio da demenza, sottoposte, ad un training cognitivo, in cui dovevano risolvere compiti complessi, esse attivavano la corteccia bilaterale pre frontale, preposta alle funzioni esecutive, dimostrando così, la capacità del cervello di auto ripararsi, rafforzarsi e formare nuove connessioni neurali.

E’ stato inoltre verificato che, in alcune persone che svolgono una determinata professione, vi sono differenze morfologiche del cervello che predispongono ad un migliore invecchiamento fisiologico. Tra queste professioni,  è stato osservato, ad esempio, che i musicisti presentano un volume della materia grigia maggiore.

La formazione musicale pare che abbia un impatto positivo sul cervello, non solo durante l’età evolutiva, ma durante tutta la vita.


Allora di fronte ad un normale invecchiamento che riguarda tutte le persone di una certa età in avanti,
cosa bisognerebbe fare per “invecchiare bene”?

Gli Studi Scientifici in Neuro Scienze che  si occupano di vari aspetti del cervello e del sistema nervoso, con il contributo di alcune branche della Medicina come la Neurofisiologia, la Biochimica, la Biologia cellulare, la Genetica, la Farmacologia e le Tecniche di Neuroradiologia, sono in grado di indagare a livello molecolare, i processi neurologici e impostare delle ipotesi circa i comportamenti e la condotta dell’individuo.

 

Grazie al contributo di questi studi, sappiamo oggi con certezza, che è importante attivare delle “strategie cognitive” per mantenere il cervello sempre giovane e attivo. 

Alcune di esse sono:

  • imparare una lingua straniera

  • praticare un nuovo sport

  • imparare uno strumento musicale

  • frequentare un ambiente stimolante

  • coltivare un nuovo hobby

  • praticare meditazione 

Sempre secondo questi studi, tutto ciò dovrebbe essere accompagnato da uno stile di vita sano.

La Neuro plasticità dipenderebbe infatti, anche da una serie di fattori come:

  • qualità del sonno

  • riduzione delle infiammazioni

  • riduzione dello stress

  • alimentazione sana

Pertanto occorrerebbe: ridurre il rischio cardiovascolare, svolgere un’attività fisica in modo costante, essere socialmente attivi, evitare il fumo e l’alcol, mantenere un peso forma stabile nel tempo, e avere pressione, colesterolo e glicemia. entro i parametri di riferimento.

In conclusione, le moderne ricerche in Neuro Psicologia e Neuroscienze concordano che, con l’avanzare dell’età, uno stile di vita sano, che punta sull’attività mentale, fisica e sociale, produce effetti positivi sulle capacità cognitive e protegge dal declino cognitivo e dalla demenza.


VUOI SAPERE DI PIU’?  BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA

Bottiroli, S., & Cavallini, E. (2012). 101 modi per allenare la memoria.
Newton Compton Editori.

 

Bottiroli, S., & Cavallini, E. (2016). Come mantenere giovane il cervello.
Newton Compton Editori.

 

Fabio, R. A., & Romano, T. (2010). Brain fitness. Training per il potenziamento delle capacità cognitive degli adulti. Erickson.

 

Pedrinelli Carrara, L. (2015). Una mente attiva. Percorsi di stimolazione
cognitiva per la terza età. Erickson.